Il film prende spunto dall’eccidio occorso in un cinema negli Stati uniti nell’estate del 2012 durante la proiezione del film di Batman “The Dark Knight”. Il regista Tim Sutton (alla sua terza prova dopo “Pavillon” del 2012 e “Memphis” nel 2013) segue la vita di sei personaggi nei giorni che precedono la strage. Sei vite che galleggiano in un siderale vuoto di relazioni in cui l’attenzione è la merce più rara. Non meraviglia quindi che ciascuno dei personaggi proposti è più che eleggibile a sterminatore e per questo non è tanto interessante alla fine capire chi in particolare ha compiuto l’eccidio, ma è prendere atto dell’iperbole antropologica proposta da Sutton con un linguaggio filmico di grande livello.
Tim Sutton magistralmente medita e fa meditare (My Movies)
Il film più potente dell'anno (Cine Blog)
Sfida in un colpo solo nichilismo e didascalismo riuscendo a farci più paura di un horror con Zombie e vampiri (La Repubblica)
Lontano da qualsiasi ruffianeria indie e privo di retorica indignazione, Dark Night è ua delle testimonianze più gelide degli Stati Uniti d'America. (Ciak)